mercoledì 6 maggio 2009

Sondaggio: la ciclabile della Vallecamonica

Vorrei approfittare dell'inaugurazione dell'ultimo tratto mancante della pista ciclabile della Valcamonica (tra Cividate e Breno) per indirre un sondaggio.
Camuni che percorrete la pista ciclabile di frequente o visitatori che avete avuto modo di pedalarne alcuni tratti dite la vostra su quale pezzo preferite, trovate più bello o divertente o interessante e quale, invece, ritenete sia da migliorare oppure che semplicemente non gradite. Regole:
1. non è uno spazio di dibattito politico ma solo di confronto tra ciclisti, quindi non postate commenti polemici o aggressivi;
2. volendo essere positivi e propositivi non saranno ammessi commenti che contengano solo segnalazioni negative (naturalmente nulla in contrario verso commenti solo positivi)

Nel mio caso amo particolarmente il tratto da Cerveno a Ono S. Pietro: è molto suggestivo, passa attraverso bei paesaggi e ha pendenze agevoli. Con i bambini, però, preferisco la parte tra Pianborno e Boario, più pianeggiante e facile. Trovo, invece, che in alcuni punti le pendenze siano un po' troppo elevate per un utilizzo familiare, come tra Cividate e Breno, tra Breno e Losine e tra Ono S. Pietro e Capodiponte.

Ora tocca a voi. Dite la vostra.

martedì 5 maggio 2009

La cascata del Vò

Nei giorni scorsi pedalando (su strada) nella meravigliosa Val di Scalve un nostro compagno di escursione, conoscitore dei luoghi, ci propone una variante: "perché non visitare la cascata del Vò?" "Perché no?" rispondiamo. Anche se la nostra intenzione era macinare un po' di chilometri su asfalto non disdegnamo mai un diversivo tra i boschi. L'imbocco dell'itinerario è presso il ponte sul Vò nella frazione Ronco di Schilpario. Dopo un primo tratto asfaltato la strada diventa sterrata e a tratti molto sconnessa alla data in cui l'abbiamo percorsa (aprile 2009). Salendo per pochi km si arriva a un cartello che indica la cascata. Si lascia la bici e si prosegue a piedi per un paio di minuti fino a scorgere il salto d'acqua molto bello in mezzo al bosco. Vale veramente la pena la visita. Tornando alle bici si attraversa il ponticello di legno e si sale lungo il sentiero con la bici in spalla fino a incrociare il percorso che sale verso il rifugio Tagliaferri che, però, noi abbiamo percorso al contrario in discesa tornando a Ronco. Una variante davvero interessante.
Il giro completo che abbiamo percorso, per chi fosse interessato, è molto bello, anche se quasi completamente su asfalto, e per questo motivo non lo inseriamo tra i nostri itinerari nel sito. Siamo partiti da Malegno, direzione Borno. Oltrepassato Borno e la sua frazione Croce di Salven abbiamo imboccato il bosco del Giovetto di Paline fino ad Azzone (sterrato), poi lungo la strada che attraverso Pradella conduce a Schilpario. Discesa verso Vilminore (con variante a Ronco prima descritta) per poi proseguire verso Teveno, quindi Colere e poi Dezzo. Risaliamo quindi verso Croce di Salven, Borno per poi ridiscendere a Malegno. Totale circa 80 km con vista su alcune tra le più belle cime calcaree delle prealpi orobiche : la Presolana, il Pizzo Camino, il Cimon della Bagozza, la Concarena, ecc.
Per chi non disdegna ogni tanto una cavalcata su asfalto, purché non troppo trafficato, è un giro che vale la pena fare.